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Nel 1934 dopo 132 anni da che l'ultimo salmodiare deiMonaci, . figli di San Brunone, s'era elevato lento e solenne tra le mura e i chiostridella imponente Certosa, subentravano i Missionari della Consolata di Torino.

L'Istituto dei Missionari della Consolata era stato fondato all’inizio del secolo dal sacerdote Giuseppe Allamano, che 10 aveva collocato sotto laprotezione della Madonna Consolata, venerata nel celebre Santuario di Torino, di cuil'Allamano fu rettore per quarantasei anni. Il Papa, con decreto del 13 maggio 1989, hadichiarato "Venerabile" Giuseppe Allamano per aver esercitato le virtùcristiane in grado eroico.

E' bene ricordare che l'Istituto della Consolata è sorto comeespressione missionaria delle Diocesi del Piemonte per le Missioni dell'Africa. Ora,diventato internazionale, accoglie nelle sue comunità missionari provenienti da varipaesi d'Europa, America Latina, Nord America e Africa. Esso svolge attività di missionein Africa: Etiopia, Kenya, Mozambico, Sud Africa, Tanzania e Zaire, a servizio dellegiovani Chiese locali, ed in America Latina: Argentina, Brasile, Colombia e Venezuela,collaborando con le Chiese più bisognose. L'Istituto è anche proiettato verso lamissione in Asia.

La Certosa di Santa Maria, conosciuta anticamente come Certosa della valle d'Ardua, prima che la vallata ricevesse il nome di Valle Pesio, all'arrivo dei Missionari della Consolata di Torino nell'anno 1934, si presentava in uno stato pietoso, vero colosso cadente, dai tetti che lasciavano passare l'acqua anche nei pochi ambienti abitati (si dormiva provvisti di ombrello all'occorrenza), alle finestre senza vetri, alle porte mancanti e sgangherate; e non parliamo di luce e riscaldamento.

L'abbandono in cui era stata lasciata da anni, le infiltrazioni d'acqua e quindi l'umidità, i rigori dei lunghi inverni e le abbondanti nevicate avevano compromesso un po' tutto quel complesso di oltre dodicimila metri quadrati di tetto, che si presentava in desolante rovina. Ci voleva veramente del coraggio, di cui solo una Comunità di Missionari, volenterosa e decisa, poteva disporre.

E il coraggio non mancò, non si risparmiarono fatiche, sudori e sacrifici, specialmente da parte dei Fratelli Coadiutori Missionari. Nella seconda fase si passò alla decorazione e sistemazione di ciò che ancora poteva essere salvato. Le facciate esterne dell'edificio vennero riparate e ridipinte secondo l'antico disegno che ancora affiorava sotto le varie tinte che nei secoli si erano via via sovrapposte. Il lavoro di manutenzione, in particolare la revisione dei tetti, proseguì nel corso degli anni e continua tuttora. E un peso che si affronta per rendere la Certosa sempre più bella, accogliente e funzionale in vista delle finalità cui mira: l'ospitalità ecc.

SS. Vergine ConsolataI Missionari della Consolata, presenti alla Certosa dal 1934, nella solennità dell'Assunta del 1984 hanno celebrato con una certa solennità i cinquant'anni della loro presenza. Essi, nello scorcio di questo mezzo secolo, non si sono limitati al compito impegnativo e lodevole di pietosi restauratori e rianimatori di un colosso in rovina, ma hanno dato alla Certosa di 5. Maria, restaurata e resa più funzionale, nuovo impulso di vita, realizzando e continuando a realizzare una serie di attività in ordine alle finalità della loro specifica missione.

Dal 1934 al 1945, la Certosa fu casa di vacanza estiva per i giovani aspiranti e Missionari reduci dalle missioni e sede del seminario durante la guerra 1940-45. Dal 1945 al 1982 accolse il Noviziato dell'Istituto, divenuto internazionale.

Dal 1982, vi è una Comunità missionaria, che ha aperto la Certosa all'ospitalità (iniziata in parte alcuni anni prima) per vacanze, incontri di studio e spiritualità e animazione missionaria, a Sacerdoti, famiglie, gruppi parrocchiali e comunità di giovani e di anziani di varia provenienza.

Presenza significativa della Certosa è il "Deserto", luogo di adorazione e di ritiro spirituale, aperto a chi lo desidera. Il Deserto ebbe inizio nel 1973, con sede nella cella di un monaco trasformata in Cappella con la presenza dell'Eucaristia. Il Deserto è noto ai visitatori che lo frequentano volentieri, perché la Cappella, col suo arredamento semplice e significativo col cortiletto e portico adiacenti, fa ricordare e anche sperimentare la intensità di preghiera degli antichi monaci certosini.

All'ingresso della Certosa si trovano degli oggetti culturali, espressione della presenza dei Missionari della Consolata nelle varie parti del mondo. Si tratta praticamente del primo contatto amichevole coi Missionari residenti e della prima fonte di informazione su dettagli artistico-culturali che interessano il visitatore.

La Certosa è monumento nazionale. E’ sempre aperta ai visitatori, numerosi specialmente nei mesi estivi, con particolare interesse da parte di cultori dell'arte e di scolaresche negli ultimi mesi di studio.

Si potrebbe così riassumere lo scopo a cui mira, da mezzo secolo, la presenza e le attività dei Missionari della Consolata alla Certosa di Pesio: dall'antico motto di san Brunone ai Certosini: «Sta la Croce, mentre il mondo scorre», all’ attuale che il Fondatore dei Missionari della Consolata ha dato loro come programma di vita: «Essi annunzieranno la mia gloria alle Nazioni» (Is. 66,19).